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OLIO D’OLIVA E SOSTENIBILITA’ A BITETTO



Città dell'Olio: BITETTO (BA)

Istituto: G.MODUGNO

Classi / Sezioni: 2A

Referente / Insegnante: PROF.FRANCESCO RUTIGLIANO

La mia Intervista

Titolo dell'Intervista:

OLIO D’OLIVA E SOSTENIBILITA’ A BITETTO

Testo dell'intervista

Un’occasione per conoscere le caratteristiche organolettiche dell’olio extravergine, le zone di produzione degli oli, le lavorazioni agricole che riducono l’impatto ambientale promuovendo la sostenibilità, ci è stata offerta dal progetto “L’olio evo incontra la sostenibilità”, promosso dall’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio e proposto dall’Ente comunale di Bitetto alle scolaresche del Comprensivo “Cianciotta-Modugno”.
Nel progetto sono state coinvolte tre classi seconde della secondaria di primo grado Giovanni Modugno, guidate dal professor Francesco Rutigliano.
La classe II A, sotto la guida dei proff. Francesco Rutigliano, Daniela Morolla e Maria Primavera, ha partecipato con entusiasmo alle attività proposte, dividendosi in tre gruppi.
Il primo gruppo ha svolto un’intervista tra gli ulivi all’imprenditore agricolo dott. Nicola Marziliano che sin da piccolo si recava con il padre nell’azienda di famiglia e che, in seguito alla laurea in scienza agrarie, ha preferito condurre. Alle domande proposte dai ragazzi ha così risposto:
” Durante l'anno quante volte si eseguono trattamenti agli alberi? Sono chimici e a cosa servono?
Durante l'anno si effettuano almeno quattro trattamenti, sicuramente chimici per chi è in convenzionale, invece chi è in condizione biologica utilizza delle sostanze non di sintesi per contrastare gli agenti patogeni. Se si verificano forti attacchi di “mosca olearia” si dovrebbe intervenire a cadenza mensile.
Quando bisogna effettuare la potatura dell'albero? È un lavoro necessario? Perché?
Effettuare la potatura dell'albero è un lavoro necessario per stimolare la pianta. Il periodo di potatura in genere va da marzo fino a maggio senza andare (oltre) perché la pianta è già in fioritura.
Il cambiamento climatico ha influito sulla produzione delle olive? Perché?
Il nostro clima mediterraneo è mitigato dalla presenza del mare, però da un po' di anni si stanno verificando fenomeni molto strani, specie nella fase di risveglio vegetativo delle piante; i ritorni di freddo causano danni alla pianta, la gelata del 9 aprile dell’anno scorso e quella di marzo del 2018 ne sono un esempio.
Nelle nostre campagne fanno da padrone i muretti a secco. Perché sono così importanti?
I muretti a secco non bisognerebbe eliminarli per due motivi principali, anzi curarli. Il primo è quello di contenere la geomorfologia del territorio, quando ci sono le piogge torrenziali hanno la funzione di mantenere il terreno che eventualmente la pioggia potrebbe portare via. Il secondo motivo è che un muretto a secco è un “grosso contenitore” di biodiversità dove vanno ad annidarsi una serie di insetti che sono molto utili in agricoltura.
Cosa si può fare per migliorare la produzione olivicola?
Innanzitutto la potatura, una pratica che si adotta per svestire la pianta di rami, che hanno già prodotto, e per stimolare la produzione di nuovi rami ;sono necessari altri interventi come l’irrigazione, la coltivazione del terreno e i trattamenti.
Quali sono i fattori che possono danneggiare la produzione olivicola?
Come dicevo le temperature estreme. La gelata del 2018 fu una catastrofe: non si sono prodotte olive, il gelo determinò la morte delle gemme che l'albero stava per produrre. Anche la carenza di trattamenti e di sostanze ammendanti , che ridanno linfa vitale alla pianta, influiscono su una fertile produzione.
Nelle informazioni ricevute dai nostri docenti vi sono quelle relative ad un olio extravergine d'oliva e un olio d'oliva. Come riconoscerli?
Un olio extravergine di oliva non lo si riconosce semplicemente guardandolo ma è necessario un'analisi chimica; un olio vergine rispetto ad un olio extravergine deve avere un'acidità al di sotto di 0.8.
Oggi si sente tanto parlare dell’olio biologico, è migliore di un olio d’oliva convenzionale?
Un prodotto biologico è più salutare rispetto a un olio convenzionale, ciò non significa che un olio d’oliva sia di scarsa qualità rispetto al biologico, perché i trattamenti effettuati potrebbero aver lasciato dei residui.
Noi non dobbiamo pensare solo che il prodotto di qualità si produca in campagna o in frantoio ma dobbiamo considerare tutta la filiera. Durante la raccolta bisognerebbe preoccuparsi di danneggiare le olive quanto meno possibile per evitare una serie di fermentazioni ossidative. Una volta arrivate in frantoio, il frantoiano deve necessariamente molirle entro 48 ore perché se c'è presenza di qualche ammaccatura si danneggerebbe la qualità dell’olio.
L’olio extravergine d’oliva ha una scadenza? Se si, quale?
L'olio non ha una scadenza precisa sebbene la normativa dica di apporre l'etichetta con una scadenza. In base alla qualità dell'olio si preferisce dare una scadenza massima di 18 mesi solo perché ,dopo questo tempo, l'olio potrebbe aver perso le sue caratteristiche organolettiche.
Il costo di un olio biologico è superiore a quello di un olio extravergine?
Attualmente la quotazione di un olio extravergine in convenzionale è di €4,50 mentre l’olio biologico lo supera di circa €0,40/€0,50. Nella conduzione in biologico, in cui i trattamenti sono limitati, si ha una perdita di prodotto compensata nel prezzo.
Sono cambiate le tecniche agricole nel tempo? Quali sono gli aspetti positivi e negativi della trasformazione?
Le tecniche agricole nel tempo sono molto cambiate infatti la tecnologia ci ha portato a condurre un'agricoltura “più intensiva”. La raccolta non è più manuale come una volta, ma è meccanizzata. Questo discorso si lega a quello della sostenibilità, cioè bisognerebbe produrre e condurre un'azienda agricola eseguendo tutte le operazioni colturali necessarie per future generazioni. Se noi oggi stiamo godendo di questo spettacolo in campagna dovremmo dare la possibilità anche alle future generazioni di apprezzare questo paesaggio. Quindi dobbiamo produrre, lavorare, fare tutto quel che si vuole, preservandolo alle generazioni future.”

Il secondo gruppo ha intervistato il sig. Giovanni Fazio, proprietario del frantoio di antica tradizione. Alle domande riguardanti il problema della xilella fastidiosa , della conservazione e scadenza dell’olio, della sua vendita ha così risposto: ”Per fortuna la xilella si è fermata nella zona di Brindisi, altrimenti avremmo dovuto chiudere perché non ci sarebbe stata più produzione La xilella è un problema serio perché non c’è certezza sui metodi da usare per sconfiggerla. L’olio extravergine è più sostenibile dell’olio vergine per due semplici motivi: la cura che l’agricoltore porta alle sue piante e la molitura delle olive di noi frantoiani. Noi, nell’arco di 24 h, dobbiamo attivare la molitura per evitare fermentazioni ossidanti. Sicuramente la qualità dell’olio è influenzato dal cambiamento climatico, in quanto l’olio , prodotto naturale , risente, nel gusto, di un’estate siccitosa o piovosa . L’olio va poi conservato in sylos d’acciaio e in lattine o in Beggin in box per la vendita al dettaglio. Si deve curare tutta la filiera per ottenere un olio che non abbia confronti con l’olio estero, che venga apprezzato anche se più caro.”
Il terzo gruppo ha realizzato un power point, come risultato di ricerche operate sul web. Importante è stato conoscere l’etimologia della parola ulivo, i luoghi d’origine dell’albero per poi soffermarsi sul rapporto tra sostenibilità e olio; sul valore ecosostenibile degli ulivi, sull’ impatto ambientale, sulle tecniche sostenibili ; sulla presenza di frantoi di antica tradizione, ormai musei; sull’ EVO school; sull’olio come farmaco; sull’economia circolare che consente di trasformare gli scarti, per esempio, la scoperta di due aziende, una locale , l’altra che ha sede a Castellana Grotte che utilizzano in campo cosmetico anche l’olio d’oliva e i suoi scarti per produrre saponette, creme, scrub corpo, bagno schiuma , balsamo labbra e struccanti . L’attenzione è stata rivolta soprattutto alla coltivazione dell’Oliva Termite , tipica del paese, che , grazie all’impegno del dott. Nicola Marziliano, imprenditore agricolo, punta a fregiarsi del marchio DOP e a cui Bitetto dedica annualmente una sagra.
Per dare senso e significato concreto al lavoro svolto, il prof. Rutigliano ha organizzato un incontro online a cui sono intervenuti la tecnologa alimentare Daniela Leccisotti che ha illustrato tecniche sostenibili di produzione e distribuzione; l’archivista Marika Marone, autrice del libro “ Ecomuseo dell’olio d’ulivo di Bitetto”, che ha introdotto la via dell’ olio nel territorio barese, sottolineando la presenza di ecomusei, il frantoio Somma, Mater Domini…,come patrimonio storico-culturale della città di Bitetto; il dott. Nicola Marziliano che alla domanda se è possibile stimare il numero degli ulivi presenti in Puglia, risponde che la nuova tendenza punta a una coltivazione super intensiva , che ha i suoi pro e contro soprattutto sulla qualità dell’olio; la tecnologa alimentare Angela Rutigliano; l’assessore all’istruzione avv. Giulio De Benedittis, proiettato a mantenere vivo il nostro patrimonio alimentare nella fattispecie dell’olio extravergine; il prof. Lino Fazio , voce storica della città di Bitetto, che ricorda le campagne della sua infanzia dove si coltivavano prodotti protetti e genuini.
L’incontro ha favorito tantissime domande dei ragazzi che hanno ricevuto una lezione sulla rivalutazione del proprio patrimonio paesaggistico e della sua bellezza; un ulteriore approfondimento sull’importanza di una produzione di olio di qualità e sulla necessità di continuare nell’impegno ecosostenibile con l’uso di tecniche a basso impatto ambientale.










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