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LA GAZZETTA DELL’OLIVO – ENZO ROMANI E LA PASSIONE PER GLI ULIVI



Città dell'Olio: SENIGALLIA (AN)

Istituto: IC SENIGALLIA SUD BELARDI

Classi / Sezioni: CLASSE 2B

Referente / Insegnante: MAGNINI MARIA CRISTINA

La mia Intervista

Titolo dell'Intervista:

LA GAZZETTA DELL'OLIVO - ENZO ROMANI E LA PASSIONE PER GLI ULIVI

Testo dell'intervista

La classe 2B della scuola secondaria "Belardi" intervista Enzo Romani, un piccolo produttore locale.
Marzocca di Senigallia (AN), Lunedì 21 marzo 2022.
L’intervista viene effettuata con il nostro ospite a distanza, su piattaforma Meet; in questi giorni la pandemia ha lasciato a casa diversi ragazzi della nostra classe. Alcuni di loro intervistano il produttore e/o prendono appunti, sia in presenza che in collegamento a distanza.
Enzo Romani se la cava molto bene nella comunicazione con le nuove tecnologie; durante l’intervista è affiancato dalla figlia Angelica, mamma di Alessio, un alunno della classe. Dopo i saluti iniziali, il sig. Enzo fa una breve presentazione di sé: racconta che è nato nel 1938 ed è un piccolo produttore d’olive; da qualche anno ricorre ad un aiuto esterno per curare il suo uliveto, che si trova vicino a Senigallia, a Ostra Vetere.
Il suo uliveto è composto da 200 olivi.
(INTERVISTA)
Grazie per disponibilità Sig.Enzo, il Progetto Bimboil jr è molto importante per la sostenibilità e per dare rilevanza ai piccoli produttori locali. L’intervista fa parte un progetto promosso dall’Associazione Città dell’Olio. La inviterei a fare una breve presentazione di sé, ma visto che l’ha già fatta, partiamo subito con l’intervista. Immaginiamo che essere olivicoltori sia un lavoro impegnativo… qual è stata la motivazione che l’ha spinta a coltivare olivi?
“La passione…perché è un mestiere di una volta e perché mi piace la campagna. Molte persone un tempo dovevano abbandonare gli studi per prendersene cura. E comunque mi affascina poiché ho piantato nell’uliveto 100 nuove piante di 4 tipi diversi di oliva. Pensate: in genere 100kg oliva producono 22-23 kg di olio”. Ù
Come si sente quando se ne prende cura?
“Felice. Nel momento della fioritura entri nella piantagione ed è bellissimo (lo ripete 3 volte). I fiori sono bianchi e talmente tanti che è una meraviglia, oltretutto hanno un ottimo profumo”.
(il nipote del produttore) Nonno da quanto tempo ti occupi del tuo uliveto?
“Le prime piante sono del 1980; prima ne ho piantate 100, poi ancora 100. Prima che la pianta produca olive passano dieci anni; c’è un antico detto che recita così: della pianta piantata dal nonno, il raccolto lo piglia il figlio. Oggi le piante invece sono precoci“.
E’ cambiato il modo in cui ti prendi cura degli olivi nel corso del tempo?
“Prima li gestivo da solo, con la famiglia. Nel tempo ho iniziato ad usare il trattore, la fresa...Ora si raccoglie con lo scuotitore, che è una macchina molto più pratica”.
(Interviene la figlia del produttore, la Sig.ra Angelica) “Dovete sapere che nonno Enzo ha costruito una scala per raccogliere le olive molto pesante, ma anche molto sicura; occorrono 3 persone per spostarla!”.
(il nipote) “E senza le mani!”.
(il produttore) “Senza le mani dici? Sì, ma a Budrio hanno fatto un bel lavoro. L’incidente è successo 49 anni fa, quando ero giovane. Lavoravo al Corriere Adriatico (il nostro produttore lavorava come tipografo nella redazione di un importante quotidiano locale). Una notte accadde un incidente; dopo 9-10 mesi mi ha portato a Budrio per mettere le protesi alle braccia. Non è stato facile, ma non mi sono lasciato andare, grazie a mia moglie e ai figli. Poi ho comprato la macchina con la guida automatica e ho girato sempre il mondo…io faccio parte dell’ANMIL, Associazione Mutilati e Invalidi del Lavoro. Ero vicepresidente fino a poco tempo fa, ora non più… tante volte sono andato nelle scuole per far capire ai ragazzi che sul luogo di lavoro bisogna stare attenti!”.
Quanto può vivere una pianta di ulivo?
“Ah beh, l’ulivo è una pianta secolare…se trattata bene è secolare, ma necessita di un clima mite. Io sono stato in Terra Santa dove ancora oggi ci sono ancora quelle piantate al tempo di Gesù…l’ulivo non muore mai… i vecchi ulivi, ad esempio la raggia, si trasformano in più piante, perché il ramo centrale si divide in diverse parti. Gli ulivi raggiungono anche i 20 metri di altezza, con un tronco contorto e deformato. Tutto ciò è possibile anche grazie a delle buone condizioni atmosferiche e climatiche”.
I tuoi ulivi, nonno, quanti anni compiono?
“Le vecchie ragge hanno molti anni, quelle che ho piantato io hanno 25 anni. Sono giovani, ma in piena produzione…Alessio lo metto a lavorare lì e non deve dire di no! L’uliveto, per fare una produzione valida, deve essere composto da piante di ulivi maschi e femmine. Ogni 10 piante femmine va messo 1 ulivo maschio…altrimenti non producono frutti. Io ho 20 piante di ulivi maschi su 200…sono belli…si distinguono per le foglie piccoline; producono molto frutto ma rendono poco”.
Quanto olio si produce all'anno nel suo uliveto?
“La produzione è di circa 6000-7000 litri , circa 7 quintali. La più alta è stata di 60 quintali, ma queste olive adesso producono un po’ meno. L’olio d’oliva pesa meno di un chilo…1 litro di olio equivale a 940 g ed il suo costo è di circa 8 euro. L’olio si compra a chili, o a litri. Un chilo equivale ad 1 litro e 100 grammi circa”.
Che differenze ci sono tra il modo di produrre olio di un piccolo produttore rispetto a quello di un grande produttore?
“Il piccolo produttore tratta le piante diversamente; ad esempio per la raccolta usa una specie di pettine all’estremità di un lungo bastone, che vibrando fa cadere le olive dall’albero. Per ciò che riguarda gli alberi secolari, l’oliva viene raccolta da terra quando è matura e si stacca naturalmente da sola dall’albero. I grandi produttori sono più attrezzati; ad esempio la raccolta viene effettuata con il trattore idraulico, più grande dello scuotitore, con dei bracci che afferrano il tronco dell’albero e lo scuotono per far cadere le olive, così si raccoglie più in fretta. La fatica è diversa. Nella grande produzione c'è un controllo maggiore. Bisogna documentare tutto, ad esempio a chi si vende, perché ci sono controlli…I piccoli produttori che vendono piccole quantità non fanno le analisi chimiche; se si vende il prodotto ai mercati, invece, bisogna farle. Il grande produttore ha il contributo dello Stato; prima lo avevo anch’io, poi ai piccoli produttori è stato tolto”.
Secondo lei quale varietà di olive è meglio usare per produrre un buon olio EVO?
“Io credo che la migliore qualità sia quella frantoio…si pianta anche la ruzzola perché resiste meglio al freddo..poi c’è l’ascolana…da noi la temperatura è piuttosto fredda…un olio buono si fa con varie qualità…con una sola non viene bene, occorre una miscela, come con il caffè. Esistono molte varietà di ulivi, perciò l’oliva può avere varie dimensioni e colori che vanno da un verde chiaro a un verde scuro, quasi violastro; queste caratteristiche incidono sulla produzione e sulla qualità dell’olio. Mischiando più varietà di olive si ottiene un olio sicuramente migliore. La frantumazione incide tantissimo sulla produzione: portare al frantoio le olive costa 21 euro ogni 100 kg (questa è la tariffa). Oltre a questo, ci sono gli altri costi di gestione; si può far fare la frantumazione anche in cambio di 3 kg di olio… Io porto le mie olive al Frantoio Brignoni di Corinaldo, distante 4 km dall’uliveto. I grandi olivicoltori hanno addirittura il frantoio all’interno della loro proprietà”.
Quanti tipi di olio produce?
“Ne produco uno soltanto, mescolando le olive; produco olio non filtrato, io non lo filtro mai perché l’olio perde tanto col filtraggio. L’olio si filtra per conto suo, va tenuto nei recipienti di acciaio, deve stare al buio…sul fondo l’olio fa la posa. E deve stare al freddo, d’inverno deve gelare, allora si purifica: per la conservazione è meglio il freddo che il caldo”.
Ora le farò la domanda che riguarda il gusto: cosa determina l’acidità dell’olio? E cosa sta ad indicare? Secondo lei è meglio acquistare olio filtrato o non filtrato?
“L’olio extravergine d’oliva ha molte proprietà nutrizionali, soprattutto quando non viene filtrato; ha un colore intenso e torbido ed una differente acidità. Meno acidità corrisponde ad un olio extravergine di qualità superiore. Un tempo, visto che i mulini erano pochi, le olive dopo il raccolto si portavano subito al frantoio, quindi l’acidità era bassa…Se le olive portate al frantoio venivano tenute in magazzino, dopo 10-15 giorni l’acidità era alta…più l’oliva è verde, più l’olio è aspro..l'olio non deve essere color d’oro. I frantoi moderni, rispetto a quelli di una volta, hanno abbattuto l’acidità”.
Che tipo di spremitura effettua? Ritiene che la spremitura a freddo sia migliore? Perché?
“Con la spremitura a caldo l’acidità aumenta. La spremitura di Corinaldo è a freddo; è un mulino moderno. L’olio non si scalda e la qualità è migliore. La temperatura al frantoio è di circa 22-30°, così l’olio scorre meglio nelle macchine. Comunque più l’olio è piccante e più è gustoso!”.
Cosa si può utilizzare al posto dei prodotti chimici per prenderci cura degli olivi rispettando l'ambiente, la salute ed il pianeta?
“Nella cura della pianta bisogna soprattutto evitare la proliferazione della mosca olearia, che va catturata in qualche modo perché può rovinare il frutto, cioè può bucare l’oliva. Per farlo si possono usare dei pesticidi, ma sarebbe meglio utilizzare dei metodi naturali come le trappole (le esche), così da ottenere un prodotto biologico. Io le olive non le trattavo; volevo fare una coltivazione biologica, mettevo le trappole in ogni pianta. Se ne mettono di solito 1 ogni 4-5 piante e si vede come procede la diffusione…la mosca si attacca all’esca e muore. Le trappole sono di 2 tipi; l’esca può essere ad esempio un prodotto a base di ferormoni, che attira la mosca ma non le fa fare le uova..se le mosche sono poche non serve nulla. Un altro tipo di trappola è una bottiglia con dentro un liquido che le attira. Il problema della mosca si presenta nel mese di agosto…se si riesce a debellarle entro il mese di agosto, la produzione è salva”.
Avevamo anche qualche curiosità…Quanto si conserva una bottiglia di olio?
“L’olio può essere conservato per lunghi periodi, l’importante e tenerlo lontano dalla luce, dall'umidità e dalle fonti di calore. Tre anni sicuramente, dopodiché potrebbe rancire. Tenendolo bene al chiuso, forse anche più di 3 anni”.
Le piante di ulivo si annaffiano?
“Le olive, se uno può, deve annaffiarle soprattutto da piccole. Nelle grande produzioni, e io ne ho girate tante, ho visto fare così. Quello che è importante è tenere pulito il terreno sotto l’ulivo; l’ulivo soffre l’umidità, bisogna ricordarselo quando si pota la pianta….la chioma deve essere tutta aperta, come un vaso vuoto, e i rami devono essere molto radi. C’è un detto che dice che la pianta va potata perché ci passi dentro la rondine. E’ un modo di dire. L’ulivo è un bellissimo sempreverde. Lo si può curare anche con la concimazione…certo c’è lavoro nella coltivazione dell’olivo, però è una soddisfazione. Noi a casa raccoglievamo olive anche con le mani; da ragazzo si raccoglievano fino a dicembre, con la neve sotto la pianta…oggi con le macchine si fa presto a fare raccolta e spremitura…i primi di novembre si finisce a fare tutto. Alessio tu sei l’avvenire…sei d’accordo? “.
(il nipote) “Si!”.
(il produttore) “Per il raccolto si usa il trattore lo scuotitore…ci si diverte anche”.
(la figlia del produttore) Adesso vorrei farvi una domanda io, vediamo se lo sapete: quando si spremono le olive secondo voi esce subito l’olio?
(i ragazzi) “No!!!“
(la Sig.ra Angelica) “Ah lo sapete! C’è una parte d’acqua e una parte d’olio, che deve essere separata”.
(il produttore) “Il resto è tutta sansa…La sansa è la macinatura dell’osso…dopo la molitura viene divisa la polpa dal nocciolo che produce la sansa, utilizzata poi come concime, o in alcuni casi come combustibile. Purtroppo molti frantoi allungano l’olio con altri prodotti per garantirsi una maggiore quantità da vendere; esiste anche l’olio contraffatto. La sansa, la macinatura dei noccioli, viene utilizzata come concime per le stesse piante di olivo. Va messa in piccole quantità e a basse percentuali, se no brucia le piante perché ha un’alta gradazione, cioè è molto acida. A Spoleto, in Umbria, ci sono stabilimenti che fanno olio di oliva e di sansa...alcuni a volte fanno miscele anche con olio di semi…a Bari e a Foggia fanno l’olio con tutta l’oliva, anche quella che cade prima della raccolta, la cascola. Da noi non si usa fare così. E’ legale così-così fare miscele di olio…l’olio preso dal piccolo produttore è meno contraffatto. Alcuni oli commerciali sono miscele di olio che viene anche da fuori, ad esempio dalla Turchia, dalla Grecia, dal Marocco o dalla Tunisia, dove la raccolta dura anche 6 mesi”.
(un ragazzo) “Io sono di origine libica…il nostro uliveto è grande!”. (il produttore) “Anche in Spagna si produce tanto olio, ma la terra è nera, calcarea e l’olio è cattivo. Nelle Marche invece l’olio è buono quasi quanto quello ligure…il gusto dipende dal terreno…l'olio ligure è meglio del nostro, ma costa 25-30 euro al chilo, noi lo vendiamo a 10 euro… quello che si produce in Italia meridionale è molto più grasso del nostro, che invece è più fine e delicato. L’olio marchigiano non ha ancora il marchio DOC. Nelle Marche le piante di ulivo sono state importate qualche secolo fa…200 anni fa circa, prima non c’erano”.
Grazie per l’intervista
“Bravi ragazzi, portate avanti l’avvenire dell’Italia!”.
L’intervista finisce al suono della campanella. Ci siamo salutati dandoci appuntamento all’aperto, in primavera, per mangiarci insieme una bella e sana bruschetta.
(SI ALLEGA FILE PDF E VIDEO-INTERVISTA; LIBERATORIA DEL PRODUTTORE, FIGLIA E NIPOTE INVIATA CON PEC)

Video

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