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IL NONNO RACCONTA



Città dell'Olio: CASTELFORTE

Istituto: A. FUSCO

Classi / Sezioni: 3 B

Referente / Insegnante: FILACI/PAPPA

La mia Intervista

Titolo dell'Intervista:

IL NONNO RACCONTA

Testo dell'intervista

LA CLASSE 3B HA CREATO UNA VERA E PROPRIA PAGINA WEB ON LINE IMPAGINANDO ARTICOLO DI APERTURA, INTERVISTA E TRAFILETTO SULLA BIOGRAFIA DELL'INTERVISTATO, CON FOTO E VIDEO DI TESTIMONIANZA, SEGUENDO TUTTE LE INDICAZIONI DEL MODULO GOOGLE DA VOI PROPOSTO.
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Di seguito la trascrizione degli articoli pubblicati.
UN POMERIGGIO PARTICOLARE (articolo di apertura)
Il giorno venerdì 4 marzo 2022 noi alunni della classe 3ᵃB ci siamo riuniti in un uliveto situato in via Montepecoriello, nel comune di Castelforte, località Suio. Questo luogo appartiene al sig. Romano Francesco, il nonno di un alunno della classe.
Inizialmente Francesco ci ha mostrato una pietra con l'incisione delle iniziali dei nomi dei primi proprietari del podere (Francesco, Domenico, Pasquale, Tibaldi) e ci ha raccontato con grande emozione i suoi ricordi d’infanzia, quando in casa e soprattutto in cortile si facevano grandi feste dopo i raccolti, per esempio durante la trebbiatura, alle quali tutta la comunità partecipava condividendo su una grande tavolata i cibi più saporiti conservati per l'occasione. Questo ricordo ci ha trasmesso molta gioia.
Passeggiando nell'uliveto il sig. Romano ci ha parlato delle caratteristiche della pianta d’ulivo e dei suoi frutti, facendoci osservare da vicino i vari tipi di alberi e la forma differente delle olive. Memori della lezione di scienze sulle proprietà nutrizionali dell'olio extravergine d'oliva, abbiamo domandato quale fosse l'utilizzo dei frutti e abbiamo imparato che alcune varietà sono più adatte alla macinazione mentre altre al pasto e che una pianta impiega circa cinque anni per crescere.
Nel corso del pomeriggio abbiamo assaporato arance e mandarini raccolti con le nostre mani dagli alberi del nostro nuovo amico, ed erano succosi, dolci, buonissimi, e più tardi abbiamo assaggiato le olive di Gaeta e deliziose bruschette con olio extravergine d'oliva.
Dopo questa sana merenda abbiamo passeggiato nella natura allegramente, chiacchierando e cantando.
È stata una meravigliosa giornata che la classe vorrebbe rivivere presto, non solo perché grazie a Francesco abbiamo imparato nuove cose sulle olive, ma anche perché ci siamo sentiti liberi e molto uniti.
Noi tutti lo ringraziamo perché durante questo pomeriggio ci ha trasmesso tanta felicità e gioia di vivere.
IL NONNO RACCONTA: INTERVISTA AL SIG. FRANCESCO ROMANO
Da quante generazioni la sua famiglia si occupa della coltivazione di piante d’ulivo?
“Da circa cento anni… Nel 1881 quattro famiglie diverse si sono trasferite qui e sono diventate le proprietarie di alcuni terreni. I nomi dei proprietari sono Francesco, Domenico, Pasquale e Tibaldi, come testimonia questa pietra in cui sono incise le loro iniziali.”
La raccolta delle olive la fate in famiglia? Se sì, è un momento di gioia?
“Certo! Tutti i lavori da contadino, e non a livello industriale, si fanno sempre con tanta energia, armonia ed allegria. Per questo motivo sono partito con l’esempio della trebbiatura, che specialmente per noi giovanotti era una festa! Usciva il mangiare migliore perché mia nonna lo teneva da parte per quando si arava la terra, in quei giorni di festa contadina. Ricordo ancora la grande tavolata con sopra le diverse specialità che portavano sempre i parenti e gli amici. Noi più piccoli giocavamo sempre e di nascosto rubavamo le salsicce essiccate di cui ricordo ancora il sapore di affumicatura, ricordo anche l’odore del pane e della pizza al pomodoro che venivano sfornati in grande quantità e serviti subito a tavola.”
Usate concimi? Se sì, concimi naturali?
“Sì, usiamo concimi naturali. L’olio prima di tutto deve essere di coltivazione biologica senza trattamenti “velenosi”, perché non avrebbe senso tanta cura per avere poi un prodotto non naturale; io ritengo che basti raccogliere a inizio autunno, quando le olive sono ancora tutte intatte, per non avere il frutto rovinato. Se si aspetta gennaio per raccogliere le olive, è logico che cadano perché poi insetti e maltempo le rovinano. La cosa che influisce di più è la pioggia, molto frequente in autunno, perché le fa marcire in fretta. Se le raccolgo a metà ottobre inizio novembre ottengo un ottimo risultato senza fare trattamenti. Il segreto che mi ha insegnato mio padre è che quando si mette il concime alla pianta di ulivo si deve guardare la chioma, non si deve gettare intorno al tronco, ma bisogna osservare il giro della chioma perché al di sotto ci sono le radici.”
Quanto tempo ci mette una pianta a cacciare i primi frutti?
“Una pianta piccola diventa un albero in due o tre anni, ma si può produrre l’olio solamente dopo cinque o sei anni.”
Sono tutte uguali le olive o si differenziano in diversi tipi?
“No, qui ci sono quattro varietà. Questa è la Itrana, quella che noi chiamiamo oliva di Gaeta, che è utilizzata soprattutto come oliva da pasto, poi ci sono quelle di fronte che sono le Leccine, più adatte alla produzione dell’olio. La differenza più evidente sta nella forma, perché le prime sono tonde più o meno omogenee, le seconde invece sono più ovalizzate. Poi c’è una qualità che è ancora più piccola e diventa subito nera, che però è aspra, non dolce e quindi viene coltivata principalmente per l’impollinazione; più avanti ci sono alcune piante che potete osservare da vicino. “
Quanti anni ha la pianta più vecchia che avete?
“Nel terreno confinante c’è un ulivo che ha un grande tronco, bellissimo. È un ulivo selvatico ed avrà a dir poco trecento anni...il proprietario ci ricava trenta o quaranta casse di olive!”
Preferisci il frantoio a pietra o il frantoio moderno?
“Io negli ultimi anni ho utilizzato quello moderno, ma sono stato a macinare anche nei frantoi a pietra. Prima nella zona di Suio le famiglie più benestanti avevano il frantoio in casa. C’era una pietra grande che faceva da base e poi c’era una pietra che girava sopra come una ruota, trainata o da un asino o a mano. L’ olio lo facevano in casa. Si faceva cadere l’acqua con l’olio in una vasca e col “cuppino” si raccoglieva l’olio perché galleggiava.”
Perché si dice che porti sfortuna una bottiglia di olio che cade a terra?
"Perché l’olio viene considerato una cosa pregiata, ma ha anche un valore liturgico, legato alla tradizione cattolica. Quindi è come se si stesse buttando il benessere e allo stesso tempo è come se si stesse disprezzando una cosa sacra.”
CONOSCIAMO FRANCESCO
Ciao, mi chiamo Francesco Romano, sono nato a Castelforte il 23 ottobre 1952 e sono il nonno di Antonio Romano. Ho frequentato la scuola fino al diploma di geometra, poi ho fatto il servizio militare nell’Arma dei Carabinieri. Come lavoro ho fatto l’imprenditore edile dal 1975 fino alla pensione, ovvero fino al 2018.
In paese mi conoscono tutti, mi stimano per il lavoro che ho fatto e per il mio carattere, perché sono sempre disponibile verso gli altri. Adesso che sono pensionato passo le giornate impegnato in varie cose, soprattutto mi piace occuparmi della campagna e degli animali: coltivare ortaggi, allevare pollame, curare l’uliveto e gli agrumi. Amo la vita sociale, e sono sempre disponibile per la famiglia e per gli amici.
Mi chiamo come mio nonno Francesco nato nel 1887, che ha sempre fatto il contadino e ha trasmesso a me e ai miei fratelli il suo amore per la terra. Mi sono sposato a ventisei anni ed ho due figli e un nipote di cui sono orgoglioso.
(Tutti gli articoli, le foto e i video sono stati redatti e curati dagli alunni).

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